Artigianato e PMI, firmato l’accordo per il fondo integrativo sanitario
Dal primo gennaio 2011 oltre un milione di lavoratori dell’artigianato e delle piccole imprese potranno contare su un nuovo fondo nazionale integrativo di assistenza sanitaria. E’ questo il frutto di un accordo tra la CNA e le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Il fondo fornirà ai lavoratori prestazioni sanitarie integrative a quelle del servizio sanitario nazionale. La contribuzione prevista da parte del datore del lavoro è pari a 10,42 euro al mese per lavoratore per dodici mesi all’anno, per un totale di 124 euro annui. L’adesione al fondo non è obbligatoria, tuttavia “i contenuti dell’intesa verranno recepiti nei contratti collettivi di lavoro e l’azienda che omette – è scritto nel testo dell’accordo – il versamento dei contributi, è responsabile della perdita delle prestazioni sanitarie cui ha diritto il lavoratore, salvo il risarcimento del maggior danno subito”. A metà novembre le parti costituiranno ufficialmente il fondo presso un notaio e l’operatività scatterà a partire dal primo gennaio prossimo. L’intesa riguarda tutti i lavoratori dell’artigianato e i dipendenti delle imprese che applicano i contratti sottoscritti dalle parti. Ne sono esclusi i lavoratori del settore edili. “Si tratta di un importante accordo – afferma Stefano Di Niola, coordinatore delle relazioni sindacali della CNA – che aggiunge un ulteriore tassello al mosaico di un Welfare integrativo indispensabile per sostenere imprese e lavoratori nell’arco della vita professionale e personale. In questo senso anche le prestazioni sanitarie che erogherà il fondo sono un diritto contrattuale esigibile. In un momento storico di crisi economica e salari bassi, il Fondo sanitario serve anche a compensare quei costi che la collettività non riesce a sostenere, nonostante la nostra sanità, per fortuna, continui ad essere una delle migliori al mondo”. “In più – ha aggiunto - è stato previsto che la contrattazione regionale possa implementare le prestazioni stesse dell’accordo nazionale, un fatto questo che consentirà di modulare al meglio le esigenze dei lavoratori nei singoli territori”.
Condividi