Imprese familiari, 210mila posti di lavoro in meno

Andrea CapobassoEventi

Dal rapporto Istat sui conti economici per settore istituzionale si comprende il comportamento assunto dalle famiglie produttrici nelle fasi essenziali del processo economico: dalla produzione alla distribuzione, fino all’utilizzazione del reddito e all’ accumulazione non finanziaria. Nelle piccole imprese si è verificata nel 2009 una consistente perdita di unità di lavoro indipendenti, che nel corso degli ultimi due anni analizzati, sono diminuite di circa 210 mila unità. Il settore ha chiuso il 2009 con un valore aggiunto ai prezzi base in calo dell’1,8 per cento, contro la crescita dell’1,1 per cento dell’anno precedente. La riduzione delle imposte nette pagate dalle famiglie nel 2009 è dovuta alla forte crescita dei contributi alla produzione (+40 per cento), e in particolare dei contributi ricevuti dal Fondo Europeo Agricolo sezioni Orientamento e Garanzia (FEOGA), cui si accompagna la riduzione delle imposte sulla produzione (-11,2 per cento) guidata dalla flessione del gettito Irap. Questa riduzione delle imposte nette sulla produzione, nonostante l’aumento del 2,4 per cento dei redditi da lavoro dipendente pagati, ha raggiunto il 56,9 per cento e ha consentito una diminuzione dell’1,4 per cento del reddito misto, più moderata, quindi, della flessione del valore aggiunto. Grazie all’alleggerimento degli oneri per interessi che gravano sulla gestione dell’impresa (-45,4 per cento), la quota di reddito misto generato dall’attività produttiva e trasferita alla famiglia ha subito un calo relativamente contenuto, dello 0,7 per cento, dopo essersi mantenuta sostanzialmente stabile nel 2008 (+0,3 per cento). Il settore delle Famiglie produttrici ha, comunque, sperimentato una marcata contrazione nell’attività di investimento (-16,3 per cento) che si è riflessa in una caduta di due punti percentuali del tasso di investimento. Quest’ultimo è calcolato come rapporto tra gli investimenti fissi del settore delle Famiglie produttrici e il relativo valore aggiunto ai prezzi base. Gli indicatori trimestrali, facendo riferimento al settore Famiglie nel suo complesso, presentano il tasso di investimento delle Famiglie come rapporto tra gli investimenti fissi lordi e il reddito lordo disponibile corretto per la variazione dei diritti netti delle famiglie sulle riserve tecniche dei fondi pensione. Nel complesso il settore, tradizionalmente indebitato pur se per importi modesti, ha chiuso il 2009 con un accreditamento di oltre 5,5 miliardi di euro (0,4% del Pil), rispetto al sostanziale pareggio registrato nel 2008.

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