Appalti, CNA: “no all’aumento del contributo pagato dalle imprese”

Andrea CapobassoCna Nazionale

Ore incandescenti nei rapporti fra le imprese e l’Autorità di Vigilanza dei Contratti Pubblici. La polemica è esplosa lunedì 18 in occasione dell’incontro fra l’Autorità e le associazioni di rappresentanza. Sul tavolo una richiesta pesantissima: aumento generalizzato del 10% del contributo versato dalle imprese per partecipare alle gare e, come se non bastasse, la reintroduzione di un contributo per gli appalti sotto la soglia dei 150mila euro. Motivo esclusivamente finanziario: l’Autorità per funzionare ha bisogno di soldi e poiché le ultime due manovre hanno potato le entrate c’è qualcuno che deve pagare. Sergio Silvestrini (nella foto), Segretario Generale della CNA, misura le parole ma non nasconde irritazione e disappunto. “Per quanto si possa comprendere la necessità da parte dell’Autorità, di far fronte all’impatto negativo che i tagli avranno sul proprio bilancio, e quindi sulla gestione finanziaria delle attività, non possiamo non criticare fermamente e chiaramente questa decisione, peraltro non ancora deliberata, che scarica il costo proprio su quelle imprese che oggi registrano le maggiori difficoltà”. “I dati presentati dall’Autorità con il nuovo sistema di contribuzione – prosegue Silvestrini – ci dicono che oltre l’80% delle maggiori entrate graverebbero proprio su quella fascia d’imprese che fino ad oggi non erano tenute al pagamento di alcun contributo. Si tratta di un ulteriore prelievo forzoso che si aggiunge ai pesanti costi fissi, che già gravano sulle imprese più piccole, e che rischiano di peggiorare ulteriormente le condizioni di accesso al mercato pubblico”. “Il governo ha in cantiere iniziative per la semplificazione burocratica. Bene. Ora però va detto che è arrivato il momento di invertire una tendenza generalizzata che vede sempre la piccola impresa in prima linea quando si tratta di pagare il conto. In questo caso specifico è sicuramente necessario introdurre un principio ferreo di proporzionalità tra contributo e valore dell’appalto. Oggi tutto ciò è inesistente”. “La concorrenza e la trasparenza del mercato – conclude Silvestrini – vanno protette attraverso una puntuale e sostanziale applicazione del principio di parità di trattamento. Lo dico in chiaro: le autorità pubbliche esistono anche per assicurare a tutti gli operatori economici pari condizioni di partenza. Solo eliminando disparità e barriere, anche economiche, che impediscono il libero accesso al mercato per alcuni operatori, sarà possibile realizzare le condizioni di una concorrenza effettiva e non teorica”.

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