CNA: cambia il nostro parere sul federalismo se aumenta la pressione fiscale per le imprese

Andrea CapobassoCna Nazionale

“Abbiamo in più occasioni espresso commenti positivi sul federalismo fiscale. Ma non ci siamo se l’IMU, la nuova imposta municipale che sostituirà l’Ici, dovesse aumentare per le imprese”. Rete Imprese Italia, organizzazzione alla quale aderisce anche la CNA, esprime preoccupazione sul rischio che la nuova imposta destinata a sostituire l’ICI sulle seconde case e sugli immobili produttivi provochi un innalzamento della pressione fiscale sulle imprese. “Secondo le ipotesi del Governo – si legge in una nota sottoscritta anche dalla CNA  – l’aliquota media dell’IMU potrebbe attestarsi al 7,5 per mille a fronte di un’aliquota media precedente del 6,4 per mille. Nella nuova versione del testo del decreto sul fisco municipale ripresentato dal Governo è scomparso l’obbligo di riduzione alla metà dell’IMU per gli immobili produttivi delle imprese o dati in locazione. L’obbligo di riduzione si è trasformato in una facoltà per i Comuni con un evidente rischio di aumento della pressione fiscale sulle imprese”.  La CNA chiede che venga ripristinata la precedente formulazione e ribadisce la necessità che il federalismo fiscale sia l’occasione per ridurre il carico tributario sulle imprese. “Ci aspettiamo che la riforma garantisca maggiore responsabilità delle amministrazioni pubbliche, migliori servizi, riduzione degli sprechi, eliminazione delle sovrapposizioni tra livelli di governo e dell’oppressione burocratica. I recuperi di efficienza della P.A. ed i conseguenti risparmi dovranno essere prioritariamente destinati a ridurre la pressione fiscale che grava su imprese e famiglie”.

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