CNA edilizia ed impiantistica, la manovra penalizza le imprese regolari

Andrea CapobassoInstallazione e impianti

Tra le misure previste dalla manovra di finanza pubblica presentata nei giorni scorsi dal Governo, vi è l’introduzione di una ritenuta alla fonte del 10% che le banche dovranno applicare sugli importi dei bonifici con i quali i beneficiari delle agevolazioni fiscali (del 36% sulle ristrutturazioni edili e del 55% per il risparmio energetico) pagheranno le imprese esecutrici dei lavori. “Siamo pienamente d’accordo con la necessità di una lotta efficace contro il lavoro nero e l’evasione fiscale – fa sapere la CNA edilizia ed impiantistica – ma ci sembra che questo provvedimento sia poco risolutivo e, al contrario, penalizzi le imprese regolari, quelle che fatturano sistematicamente i loro lavori e pagano le tasse. La ritenuta del 10% sulle fatture riduce la liquidità delle imprese in una fase di crisi acuta, che, tra l’altro, ha provocato una crescente difficoltà di accesso al credito per le piccole imprese del settore”. “Si aggiunga – continua – che con questa norma si istituisce, con un’evidente forzatura, un’ulteriore anticipazione del prelievo fiscale su di un reddito per cui già sono versati acconti d’imposta; anticipazione che, tra l’altro, viene applicata sul ricavo anziché sul reddito, determinando, quindi, delle sicure situazioni di credito fiscale. Tutto questo senza apportare alcun contributo effettivo alla lotta all’evasione fiscale”. “L’amministrazione finanziaria – sottolineano dalla Confederazione – ha, infatti, già tutti gli elementi per eseguire i controlli incrociando le informazioni inviate, in ogni caso, dai cittadini per ottenere tali agevolazioni”. In tema di lotta all’evasione, le associazioni artigiane evidenziano che l’introduzione dell’incentivo fiscale su ristrutturazioni e manutenzioni si è rivelata una delle poche misure realmente efficaci nel far emergere aree di lavoro nero o irregolare. Gli incentivi vanno perciò mantenuti e potenziati: pertanto il provvedimento, che rischia di ridurne la portata, deve essere valutato con attenzione. Nella crisi che le imprese stanno affrontando, quelli delle manutenzioni e ristrutturazioni e degli interventi per l’efficienza energetica, sono tra gli unici mercati che stanno ancora tenendo. “Per questo – conclude la CNA – chiediamo la stabilizzazione degli incentivi del 55% sul risparmio energetico in scadenza il 31 dicembre 2010. Sarebbe grave se dal prossimo anno dovessero saltare: si determinerebbe non solo un danno per le imprese, ma ci sarebbe un rischio di arretramento per quanto di positivo è stato realizzato in questi anni nel campo della sostenibilità e dell’efficienza energetica, che, oltretutto, ci allontanerebbe dagli ambiziosi obiettivi fissati dalla Comunità Europea nell’ultima direttiva approvata il 18 maggio scorso”.

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