Edilizia, in tremila hanno protestato davanti Montecitorio. CNA: “nell’ultimo anno nessun passo in avanti”

Andrea CapobassoCostruzioni

In tremila in piazza Montecitorio per un presidio che ha visto per la prima volta le organizzazioni delle imprese edili protestare insieme ai sindacati dei lavoratori del settore, per il rilancio del comparto. La manifestazione nazionale ha riunito le sigle promotrici degli Stati Generali delle Costruzioni per denunciare “l’insufficiente politica industriale per il settore edile”. Infatti dall’inizio della crisi sono stati persi, considerando l’indotto, 250 mila posti di lavoro che rischiano di arrivare a 290 mila nel 2011, con migliaia di imprese che hanno chiuso i battenti.

“A un anno dagli Stati generali delle costruzioni non solo non sono stati fatti passi in avanti, ma, anzi, su alcuni fronti siamo andati indietro”. Fa sapere la CNA, a margine della manifestazione. “Le opere medio piccole, i programmi per l’housing sociale e per la sostituzione e gli ampliamenti delle costruzioni esistenti sono rimasti di fatto al palo, anche per la responsabilità di Regioni ed Enti locali; le gare in quest’ultimo anno non solo si sono ridotte come importi complessivi, ma hanno visto un calo delle opere più piccole; inoltre l’accesso al credito si è fatto estremamente difficile, le semplificazioni promesse non ci sono state e si sono ulteriormente allungati i tempi per il pagamento dei lavori svolti”. Ma il nodo cruciale per il settore delle costruzioni è quello fiscale. “Non solo le tasse non sono diminuite – afferma la CNA – ma c’è stata l’introduzione del prelievo del 10%, a titolo d’acconto d’imposta, sui pagamenti relativi alle ristrutturazioni calcolato, incredibilmente, sui ricavi piuttosto che sugli utili. Abbiamo inoltre rischiato l’azzeramento del bonus del 55% per l’efficienza energetica, e solo grazie ad una forte mobilitazione di tutte le organizzazioni di rappresentanza delle piccole e medie imprese siamo riusciti, almeno per il 2011, a farlo prorogare. La decisione di allungare da 5 a 10 anni il periodo in cui si potrà ammortizzare la detrazione però – conclude la CNA – vanifica in parte i vantaggi del bonus, con il rischio di una forte riduzione degli investimenti”.

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