Una buona proposta di legge per il settore Estetica

Davide RossiBenessere e sanità

A 20 anni di distanza della Legge 1/90, una buona proposta di Legge per il settore Estetico ispirata da CNA e Confartigianato. È stata presentata, alla Camera dei Deputati, la proposta di legge n. 3107 “Disciplina dell’attività professionale nel settore delle scienze estetiche e bionaturali”.Il testo presentato tiene conto del contributo fornito unitariamente da CNA e Confartigianato. Si tratta di una proposta che si pone l’obiettivo di ridefinire le regole che governano il settore estetico, tenendo conto dei progressi e delle modifiche che hanno caratterizzato il “mondo del benessere” in questi anni. Una legge che, innovando le regole di 20 anni addietro, serve a fare ordine in un mercato in forte evoluzione e a fronteggiare un mercato minacciato dalla concorrenza sleale di operatori improvvisati e/o irregolari, con grave pericolo per la salute degli utilizzatori dei servizi. L’iniziativa intende dare regole chiare e condivise su tutto il territorio nazionale per un settore che vanta numeri importanti: oltre 31.000 imprese di cui circa 27.000 sono istituti di bellezza, 1.200 attività di manicure e pedicure, 2.500 centri benessere, quasi 400 sono attività di tatuaggio e piercing, circa 200 gli stabilimenti termali. Complessivamente le imprese che offrono servizi legati al benessere sono molte di più; i settori acconciatura ed estetica accorpati sono quasi 120.000 con oltre 225.000 addetti, con una percentuale di lavoro ‘rosa’ preponderante (68%). Se è vero che la maggior parte del “pianeta benessere” è presidiato stabilmente da piccole imprese, anche i grandi non mancano: 4.200 tra alberghi e agriturismo con centri benessere, 1.400 palestre e piscine, 3.000 fra stabilimenti balneari e termali.
Attività tutte riconducibili al “benessere”, ma soggette a normative diverse, che necessitano di essere riportate nell’ambito di una regolamentazione organica.
Con il nuovo testo di legge si chiede una rivisitazione dei percorsi di formazione e di abilitazione professionale all’esercizio dell’attività di estetista, modificando anche la disciplina dell’accesso alla professione.
La proposta intende anche definire alcuni principi fondamentali di disciplina riconducendo le attività di estetista e le pratiche bionaturali nell’ambito di una nuova attività professionale denominata “scienze estetiche e bionaturali” da esercitare in forma di impresa. i evince, in questa prima fase, che il progetto normativo “ispirato” da CNA e Confartigianato ha ottenuto un significativo consenso da parte delle forze politiche che in esso si sono riconosciute; questo è assai confortante.

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