La CNA contro la riforma RC Auto che penalizza cittadini ed imprese di carrozzeria

Andrea CapobassoAutoriparazione

“Sono a rischio la libertà di scelta dei cittadini e la sopravvivenza di 17.000 imprese di carrozzeria”. E’ l’allarme lanciato dalla CNA in merito a due ipotesi di provvedimenti all’esame del Governo e del Parlamento e riguardanti la riforma della disciplina Rc Auto.

 

Da un lato si sta tentando di far diventare obbligatorio il risarcimento “in forma specifica”, vale a dire far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine di carrozzeria convenzionate con l’assicurazione, e dall’altro di annullare l’istituto della cessione del credito a favore dei carrozzieri. Se passasse l’obbligo del risarcimento in forma specifica, i veicoli danneggiati saranno d’ora in avanti riparati solo presso carrozzerie convenzionate con le compagnie di assicurazione.In tal modo – spiega Davide Rossi, responsabile CNA della categoria – oltre a ledere la libertà di scelta dei consumatori, si metterebbero in ginocchio 2/3 delle imprese di carrozzeria indipendenti che non operano in convenzione con le compagnie di assicurazione. Inoltre l’obbligo del risarcimento in forma specifica è incostituzionale perché aggira la sentenza della Corte Costituzionale 19 giugno 2009, n. 180, dove viene confermato che il sistema del risarcimento diretto è facoltativo e che tale sistema non può e non deve essere considerato e/o utilizzato come se fosse “obbligatorio”, quanto piuttosto quale alternativa rispetto al sistema tradizionale che prevede il risarcimento corrisposto dalla compagnia del responsabile. Un tentativo simile di favorire con un premio economico la riparazione in forma specifica è stato già fatto in occasione dell’approvazione della vigente legge n°27 del 24 marzo 2012. In quella occasione la proposta fu di decurtare il risarcimento del danno del 30% se non si utilizzavano le carrozzerie convenzionate. Tale previsione fu poi cancellata dal testo della legge approvata, anche a seguito di una forte mobilitazione della categoria.I rappresentanti dei Carrozzieri di tutte le Confederazioni artigiane hanno espresso tale problema nel corso di una recente Audizione presso la 6° Commissione Finanze della Camera, chiedendo l’eliminazione dell’obbligo del risarcimento in forma specifica dalla risoluzione in discussione, sottolineando che esso impedirebbe agli automobilisti di esercitare la libera scelta di essere risarciti in denaro e di farsi riparare l’auto dall’officina di fiducia del carrozziere di fiducia. A dar ragione alle Associazioni di categoria dei carrozzieri è anche il decreto legge ‘CrescItalia’ varato il 24 gennaio 2012, dal quale, grazie alle battaglie della CNA e delle altre Associazioni, è stata eliminata proprio una norma che avrebbe limitato la libertà dei cittadini e altera la concorrenza nel mercato delle riparazioni di auto. Perché ritenete che anche i cittadini siano penalizzati?Davide Rossi – Quando da cittadini, in veste di assicurati, ci vediamo sottoporre polizze con la clausola “RISARCIMENTO IN FORMA SPECIFICA”, ciò significa quasi sempre che, in cambio di un piccolo sconto la nostra auto, in caso di incidente che ci veda non responsabili, verrà riparata obbligatoriamente presso una carrozzeria di fiducia dell’assicurazione stessa. Le assicurazioni quindi controllano l’esecuzione del lavoro, con facoltà ad esempio di disporre la riparazione anziché la necessaria sostituzione di un pezzo.

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